Il kebab non è un presepe

  • Di Antonio Mazzotta 

Per la prima volta nella mia vita, quest’anno, mi sono trovato in seria difficoltà! 

Non avevo ancora deciso come realizzare il mio presepe.

Era arrivato il giorno dell’Immacolata e ancora non sapevo come, dove, con quali personaggi e con quale materiale farlo. L’albero era già pronto ma il fatto di essere arrivato all’8 dicembre senza idee chiare mi angosciava.

E si, perché da sempre questa realizzazione l’ho considerata un momento magico. E quando la magia ci avvolge, noi tutti finiamo per essere pervasi da un vago senso di piacere, di gioia. Percepisci la festività, senti l’odore dei Purceddhuzzi, il profumo del Panettone; torni con la memoria alla tua fanciullezza.

Ricordo quando aiutavo la mia mamma a realizzarlo. Lei aveva tanta fantasia ma poi ha passato a me il testimone ed io cerco degnamente di passarlo ai miei figli. Provo a far respirare loro la stessa magia che ancora oggi mi confonde.

Allora mi chiedo: ma chi pensa di abolire il presepe ci è o ci fa? Secondo me sono degli idioti.

Il presepe allude alla casa, alla nascita di un bambino, alla famiglia, un padre, una madre, magari anche un cane o un gatto, insomma a tutti quei valori sui quali la mia vita si fonda, sui quali la mia Patria si basa.

E perché devo garantire questi cretini? Per non offendere le altre religioni? Perché dopo aver tolto il “crocefisso”, devo togliere anche il presepe e poi magari, la foto del Presidente della Repubblica e poi, ancora,  il Tricolore?

Chi si sente offeso da questi valori può fare a meno di entrare in casa mia!

Un presepe non offende alcuno, né un islamico, né un protestante, né un testimone di Geova, né qualunque altra religione.

Ma poi, perché ad offendersi sono sempre gli islamici? Io non ho mai sentito un buddhista lamentarsi per una croce, o una bibbia, o un presepe.

Devo accettare Halloween, devo accettare che si preghi guardando la Mecca, devo accettare il kebab e rispettare queste credenze mentre loro, a casa mia, non possono accettare quella bellissima e magica favola che si racchiude nel presepe?

Vuoi vedere che, a forza di direttive europee (idiote ed inique), di aperture verso nuove culture, di accettazioni passive di usanze e credenze, mi toglieranno anche il gusto di mangiare i purceddhuzzi?

E allora sapete cosa vi dico che io non mi adeguerò mai!

Farò sempre il presepe, un anno di cartapesta, un altro ancora di polistirolo, poi ancora in legno ecc. ecc.; sempre nuovo e sempre più bello, con tante lucine, aspettando il suo arrivo, cantando tu scendi dalle stelle, inebriandomi di magia, insegnando ai miei figli che noi siamo il presepe e chiedendo sempre perdono al Nascituro perché sarò sempre la pecora nera del suo gregge!

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